Come migliorare i rapporti con gli altri e con noi stessi? Scopriamo il training assertivo

Il Training assertivo e l'assertività

In questo articolo scopriremo che cos’è l’assertività e in che modo il training assertivo può aiutarci a migliorare i rapporti con gli altri e con noi stessi. Vedremo quali fattori ostacolano la comunicazione assertiva e in che modo possiamo allenarci a sviluppare questa abilità, per vivere i rapporti con gli altri e con noi stessi in modo più soddisfacente.

A tutti sarà capitato di trovarci in una situazione sociale in cui il nostro comportamento non è stato adeguato perché abbiamo subito o aggredito gli altri, guidati da emozioni di paura e rabbia. Allenarsi all’assertività significa migliorare la propria capacità di esprimere se stessi, i propri bisogni e le proprie idee, senza farsi sopraffare o sopraffare. L’assertività è, dunque, ciò che sta in mezzo al continuum tra passività e aggressività. Apprendere a emettere comportamenti adeguati ad alcune situazioni sociali è l’obiettivo che si pone l’allenamento all’assertività.

comportamenti training assertivo

La parola Assertività origina dal latino “asserere” (asserire), termine ripreso dall’inglese “assertiveness” (affermatività, efficacia personale). Significa “affermare, sostenere con vigore” e in psicologia indica la capacità di salvaguardare e far valere le proprie opinioni e i propri diritti pur rispettando quelli degli altri, in accordo con il principio di reciprocità (Anchisi & Dessi, 2013)

I vantaggi del training assertivo

Allenarsi a comunicare in maniera assertiva ha diversi vantaggi per le nostre interazioni sociali, lavorative, familiari e di coppia: permette di avere relazioni oneste e soddisfacenti, aiuta a sentirsi e far sentire gli altri a proprio agio, riduce la paura del giudizio degli altri, migliora l’autostima e la fiducia in se stessi, aumenta la capacità di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni.

Vediamo alcuni esempi di situazioni che richiedono assertività (Castanyer, 2006):

  • Qualcuno ti chiede di prestargli qualcosa (un libro, un dico, del denaro…) e non desideri farlo;
  • I tuoi genitori insistono nel darti consigli su quello che devi o non devi fare e tu pensi che dovresti prendere decisioni da solo;
  • Un professore, durante una lezione, si rivolge a te in modo ingiusto e aggressivo;
  • Sei in una riunione e quando è il tuo turno per parlare, un collega te lo impedisce interrompendoti continuamente;
  • Ti sei accorto/a che la tua compagna/o dà segni (gesti, postura, espressioni del volto) di rabbia o di preoccupazione, senza però dirti nulla.

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Training assertivo per il lavoro

Alcune di queste situazioni vi saranno familiari, e potreste aver reagito in modo passivo o aggressivo. Probabilmente vi sarà capitato di pensare a lungo al tipo di risposta che avreste potuto dare. Spesso tendiamo a rimproverarci o a colpevolizzarci quando non ci sentiamo efficaci nella comunicazione. Questi meccanismi non favoriscono il benessere emotivo, anzi aumentano solamente le pretese eccessive, l’insicurezza e la paura del giudizio degli altri.

Comunicare con noi stessi

Secondo lo psicologo Paul Watzlawick il linguaggio è uno strumento per comunicare non solo con gli altri ma anche con se stessi. Egli ritiene che il nostro umore e il nostro comportamento sono condizionati da quello che diciamo a noi stessi nelle varie situazioni quotidiane. Per chiarire la natura di questi condizionamenti, vediamo l’esempio del martello:

“Un uomo voleva appendere un quadro, ma era senza martello. Perciò decise di ricorrere al vicino per farselo prestare. Ma mentre si avvicinava alla sua porta andava anche dicendo tra sé e sé che il vicino avrebbe potuto seccarsi per la richiesta: l’ora era tarda e non si conoscevano neppure bene. Forse il vicino era anche un tipo scorbutico, o peggio. Preso da tali pensieri era nel frattempo arrivato a bussare alla porta del vicino e quando questi comparve sulla soglia lo aggredì brutalmente dicendo “E tieniti il tuo martello, se ti irrita tanto il darmelo: io ne faccio volentieri a meno!” (Waltzlawick, 2013)

Dunque, le parole, intese nel training assertivo come “ciò che diciamo a noi stessi”, possono a volte ostacolarci nel raggiungere i nostri obiettivi comunicativi e sociali; da’altro canto, quando usate in modo appropriato, possono diventare una valida guida per relazionarci con gli altri nella vita di tutti i giorni.

Perchè non siamo assertivi?

Vi siete mai chiesti come mai non riuscite a dire di no, a rifiutare cose o servizi non desiderati, ad ammettere apertamente i vostri errori, ad accogliere le critiche, ad accettare l’aiuto degli altri, ad esprimere un’ opinione contraria, a fare o accettare complimenti?

Per rispondere a questa domanda, riportiamo un elenco dei principali fattori che ostacolano la comunicazione e il training assertivo individuati dalla psicologa Olga Castanyer, esperta nello studio delle capacità sociali (2006).

  1. La persona non ha appreso a essere assertiva o lo ha appreso in modo inadeguato:
  2. L’individuo sa qual è il comportamento appropriato ma prova tanta ansia da riuscire ad esprimerlo solo parzialmente.
  3. La persona non conosce o rifiuta i propri diritti
  4. L’individuo possiede schemi di pensiero irrazionali che le impediscono di agire in modo assertivo

Il comportamento assertivo si impara

Il comportamento assertivo, dunque, non è innato, lo si impara imitando i principali modelli di comportamento che ci circondano fin dall’infanzia, come ad esempio genitori, fratelli, zii, insegnanti. Questi ultimi poi risponderanno al nostro tentativo di imitazione con lodi, premi o castighi, che aumenteranno o indeboliranno la possibilità di agire ancora in modo assertivo.

In altri casi, invece, potremmo essere paralizzati dall’ansia o dalla paura del giudizio degli altri e, pur essendo in grado di emettere comportamenti assertivi, finiamo per non essere adeguati ed efficaci nelle interazioni sociali, mostrandoci sottomessi o prevaricanti.

Un altro fattore che mina l’assertività è la mancata consapevolezza di avere dei diritti fondamentali da far rispettare.  Consideriamo le seguenti affermazioni:

  • se anteponi i tuoi bisogni a quelli degli altri sei egoista

  • è buona educazione obbedire alle autorità

  • se sei coerente con te stesso sei una persona di valore

Questi sono alcuni esempi di come l’educazione tradizionale spesso ci renda persone sottomesse o prevaricanti. Noi abbiamo il diritto di non farci coinvolgere dai problemi degli altri, il diritto di esprimere un opinione contraria anche di fronte alle autorità, il diritto di essere illogici e incoerenti nelle nostre scelte.

La difficoltà a far rispettare i propri diritti può associarsi a “ciò che diciamo a noi stessi” nelle situazioni sociali. In altre parole, al modo in cui interpretiamo le situazioni che viviamo, sulla base di credenze profonde assimilate nel corso della vita. Queste credenze possono assumere la forma di pensieri irrazionali che ostacolano la nostra sicurezza e minano la nostra autostima.

Come diventare assertivi?

Il training assertivo e l’allenamento alla comunicazione assertiva può essere svolto da chiunque desideri migliorare i rapporti con gli altri e con se stessi. Si pratica attraverso Training individuali o di gruppo di matrice cognitivo-comportamentale, nei quali vengono fornite diverse strategie per migliorare il proprio comportamento assertivo, imparando a riconoscere gli stili di comportamento non assertivo: passivo e sottomesso o aggressivo e manipolativo.

Assertività e training assertivo

Cosa prevede il training assertivo

Il Training assertivo individuale o di gruppo prevedone:

  • Allenamento alle capacità sociali, per:
    • apprendere a difendere i propri diritti fondamentali;
    • esprimere e comunicare emozioni e sentimenti positivi e negativi;
    • accettare gli errori e manifestare i propri limiti;
    • rispondere alle critiche e difendersi nelle discussioni;
    • iniziare, continuare e portare a termine le interazioni sociali;
    • fare e accettare lodi e complimenti;
    • imparare ad avanzare o rifiutare richieste, favori e bisogni.
  • Tecniche di ristrutturazione cognitiva, per:
    • Identificare il legame esistente tra situazioni, pensieri ed emozioni;
    • Diventare consapevoli delle proprie credenze profonde;
    • Scegliere pensieri alternativi a quelli irrazionali;
    • Creare degli “automessaggi” prima, durante e dopo i momenti di tensione.
  • Tecniche per la riduzione dell’ansia, per:
    • Allenarsi a riconoscere la tensione eccessiva e i segnali dell’ansia;
    • Imparare a rilassarsi profondamente e lentamente;
    • apprendere a respirare correttamente nelle situazioni di agitazione.
  • Tecniche di risoluzione dei problemi, per:
    • Definire le caratteristiche specifiche dei problemi, senza usare affermazioni generali;
    • Trasformare i problemi da affrontare in obiettivi da raggiungere;
    • Allenare la capacità di trovare e sperimentare diverse soluzioni.

Queste strategie permetteranno alla persona di comprendere se il comportamento non assertivo dipende da una scarsa capacità di comunicare, dalla presenza di ansia eccessiva o dall’abitudine a pensare in maniera irrazionale. Molto spesso il problema risiede nella compresenza di tutti questi fattori!

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Dott.ssa Chiara Torrisi

PSICOLOGA CLINICA

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