Come distinguere l’ansia sana da quella negativa e disfunzionale
La parola ansia fa parte del vocabolario informale che utilizziamo nella vita di tutti i giorni.
Tutti nella vita abbiamo più o meno consapevolmente provato ansia.
Attualmente però l’uso del termine ansia viene impiegato in una gamma di situazioni talmente vasta che finisce per indicare cose molto distanti tra di loro.
L’uso ampio e vario del termine ansia spesso crea confusione.
Ma l’ansia è buona o cattiva?
Quando parliamo di ansia spesso la pensiamo come qualcosa di spiacevole che, se potessimo, elimineremmo dalla faccia della terra.
C’è però chi sostiene che l’ansia è positiva in quanto aiuta ad affrontare certe situazioni, ad esempio aumentando la concentrazione.
Chi ha ragione?
A sciogliere il dilemma viene in nostro aiuto un principio scoperto da due scienziati nel 1908, Robert M. Yerkes e John Dilligham Dodson: la Legge di Yerkes-Dodson.
Questa legge chiarisce il rapporto tra livello di ansia e prestazione effettuata.
In pratica ci dice quanta ansia dovremmo avere per ottenere una prestazione ottimale.
Quello che è emerso dagli studi di Yerkes e Dodson è che l’ansia è effettivamente utile a livelli moderati.
In pratica, non deve essere troppa né deve essere completamente assente.
Un piccolo esempio!
Ma facciamo un esempio per capire bene: pensiamo ad uno studente che deve preparare un esame.
Se il suo livello di ansia fosse troppo basso, non si impegnerebbe a sufficienza nella preparazione: un minimo di ansia costituisce uno stimolo indispensabile.
Ma se il livello di ansia fosse troppo elevato, egli rischierebbe di non riuscire a concentrarsi abbastanza per studiare e di sentirsi poi paralizzato davanti al professore ed incapace di proferire parola.
L’ansia, quindi, non è solo un disturbo, ma rappresenta un’importante risorsa.
È essenziale per poter operare scelte consapevoli, prevedere le conseguenze e avere buone prestazioni.
Ci permette di essere vigili e concentrati mentre guidiamo, facciamo sport, parliamo in pubblico e ancora ci permette di affrontare adeguatamente le sfide di tutti i giorni grazie alla scossa di adrenalina che produce.
Ma cosa succede quando l’ansia supera la soglia?
Quando l’ansia diventa eccessiva diventa un limite alla vita di tutti i giorni, passando dall’essere un aiuto a diventare un ostacolo, a volte anche impossibile da superare da soli.
Come puoi capire se l’ansia buona, quella che hanno tutti, è diventata cattiva e negativa?
Quando la reazione ansiogena è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, siamo di fronte ad un disturbo d’ansia, che può rendere notevolmente difficile la vita di una persona e rendere difficile affrontare anche le più comuni situazioni.
Vediamo insieme alcuni esempi.
Il limite è di solito superato quando anche la più piccola cosa ti preoccupa, se non riesci a concentrati in quello che devi fare, quando la confusione nella tua mente prende il sopravvento e non ti permette di prendere anche semplici decisioni.
E ancora quando la tensione, la tachicardia, il respiro corto, il mal di pancia, la sudorazione e la nausea diventano estremamente disturbanti e a volte paralizzanti, impedendoti per esempio di andare a lavorare, di uscire di casa, di esprimerti e di realizzarti.
Perché riportare l’ansia a livelli buoni?
Nella vita frenetica di tutti i giorni è sempre più facile trovarsi accompagnati da un’ansia negativa ma è anche facile con l’aiuto di un professionista rimettere le cose in ordine.
Una persona che riporta l’ansia ai livelli di normalità dà una svolta alla sua vita e a quella di chi la circonda.
Può tornare nuovamente alla vita.
Riacquista serenità, libertà ed il piacere di fare le cose magari in buona compagnia.
Che cosa puoi fare?
Se hai dubbi e vuoi un’opinione professionale.
Se vuoi assicurarti che la tua ansia sia positiva e non negativa.
Scrivi un messaggio a Studio Sofisma chiedendo della Dott.ssa Vanessa Imbeck e ti risponderò personalmente.