Come studiare bene: le quattro fasi fondamentali di un metodo di studio veloce ed efficace

Come si studia? Qual è il metodo di studio migliore? In questo articolo vediamo insieme come studiare bene e velocemente analizzando le 4 fasi fondamentali di un metodo di studio efficace!

Nei precedenti video e articoli abbiamo visto le quattro categorie di fattori che possono determinare problemi e difficoltà scolastiche, mentre nell’ultimo articolo abbiamo visto insieme alcune strategie di studio che possono aumentare l’efficienza di uno studente.

Oggi analizzeremo nello specifico le 4 fasi fondamentali di un metodo di studio efficace!

A differenza dell’attività scolastica, lo studio prevede che l’alunno sia autonomo e spesso in solitaria.

In genere l’insegnante richiede di apprendere e memorizzare delle informazioni da un libro, da un testo, da appunti, ecc. e fornisce un obiettivo da raggiungere.

Possiamo sostenere che lo studio sia quindi un’attività diretta a un obiettivo ma quali potrebbero essere le modalità per raggiungerlo in modo ottimale?

Spesso capita gli insegnanti non diano indicazioni precise su come si studia, su come studiare bene e velocemente e su quali siano le strategie per farlo!

Come per ogni attività al fine di avere dei risultati ottimali vanno seguite delle strategie e delle fasi ben precise.

Anche lo studio prevede che ci siano delle fasi prestabilite che ogni alunno deve attraversare per raggiungere l’obiettivo finale e fornire una prestazione ottimale.

Queste fasi sono:

  • La definizione del compito
  • La determinazione dell’obiettivo e la pianificazione
  • L’utilizzo di strategie
  • L’adattamento metacognitivo.

Nei precedenti articoli abbiamo visto insieme l’importanza di avere un metodo di studio efficace, in questo articolo analizzeremo insieme le fasi e gli step di come si studia in modo efficace, fornendo spunti e spiegazioni per capire insieme come studiare bene.

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COME STUDIARE BENE: FASE 1 – LA DEFINIZIONE DEL COMPITO

Quasi ogni giorno, durante il periodo scolastico, bambini e ragazzi si ritrovano a dover studiare per un compito assegnato dall’insegnante: leggono il diario e preparano il materiale che a loro serve.

Questi comportamenti sono corretti ma non basta conoscere “cosa si deve fare per casa”, “che compiti ci sono”.

In questa prima fase di definizione del compito, infatti, viene richiesta all’alunno una competenza in più: rappresentarsi l’obiettivo dell’attività di studio in riferimento a come verrà valutata.

In altre parole, il ragazzo dovrà prevedere e preparare la sua attività in base a quello che è stato richiesto dall’insegnante o a come lui ha capito la consegna che gli è stata fornita.

Ad esempio, se per martedì l’insegnante di geografia ha richiesto di studiare il capitolo sulla Francia per la verifica, lo studente dovrà porsi come obiettivo lo studio di quel capitolo.

Questo, però, non è sufficiente:

  • dovrà anche pensare che lo studio sarà per la verifica e non per un’interrogazione;
  • dovrà ricordarsi le indicazioni date dall’insegnante (se le domande saranno a risposta chiusa o a risposta aperta)

Lo studente dovrà quindi immaginare un suo “spazio di studio”, all’interno del quale rappresentarsi il suo obiettivo, formato da tutte le sfaccettature date dalla consegna fornita dall’insegnante.

COME STUDIARE BENE: FASE 2 LA DETERMINAZIONE DELL’OBIETTIVO E LA PIANIFICAZIONE

COME STUDIARE BENE: FASE 2A LA DETERMINAZIONE DELL’OBIETTIVO

Dopo essersi creato il suo “spazio di studio” lo studente dovrà pianificare passo dopo passo cosa dovrà fare concretamente.

Inizialmente dovrà riformulare l’obiettivo, ossia riprendere quanto fatto nella fase precedente e adattarlo alla situazione, alle sue esigenze di tempo e spazio e alle sue caratteristiche di studio.

Il modo con cui ogni persona riformula l’obiettivo, infatti, dipende da vari fattori, come ad esempio le caratteristiche personali, dal compito proposto e, soprattutto dall’orientamento motivazionale che lo contraddistingue.

Ognuno di noi possiede un orientamento motivazionale nei confronti di un compito: ogni persona indirizza una certa quantità ed un certo tipo di motivazione verso il compito che dovrà affrontare.

Gli orientamenti motivazionali sono interconnessi con gli obiettivi, che potremmo definire “di riuscita”.

L’obiettivo di riuscita non è, come lo si intende normalmente, un risultato da raggiungere, ma il perché uno studente si impegna in un compito o nello studio.

Ad esempio, l’obiettivo di riuscita di uno studente nei confronti di un determinato compito potrebbe essere quello di approfondire una materia, per un altro, invece, potrebbe essere legato al voto, per un altro ancora potrebbe essere quello di dimostrare ai genitori di essere in grado di fare qualcosa da solo.

Generalmente questi obiettivi di riuscita vengono distinti in:

  • Obiettivi di padronanza – focalizzati sullo sviluppo della competenza. In questo caso l’alunno non si confronta con altri, ma con sé stesso;
  • Obiettivi di approccio di prestazione focalizzati sul raggiungimento di un livello di competenza in relazione agli altri;
  • Obiettivi di evitamento della prestazione – focalizzati sull’evitare uno standard di incompetenza in rapporto ad altri.

Sulla base del suo obiettivo di riuscita e della definizione del compito (fase precedente) ogni alunno dovrà quindi creare il suo piano d’azione per l’attività di studio.

Per esempio, se lo studente ha un orientamento motivazionale alla prestazione e capisce che il suo obiettivo richiede troppo impegno per lui, modificherà gli standard in modo da farli corrispondere alla sua finalità.

Può quindi decidere che non sia il caso di utilizzare tutto il suo tempo nello studio di tutto il materiale, ma si focalizzerà soprattutto su parti per lui nuove o più difficili.

Ovviamente, l’obiettivo di riuscita legato ad un metodo di studio efficace è quello di padronanza.

Focalizzandosi sulla competenza, infatti, lo studente sarà spinto da una motivazione proveniente da sé stesso, che riguarda sé ed il compito, e che non lascia spazio ad inutili confronti con altri.

COME STUDIARE BENE: FASE 2B – LA PIANIFICAZIONE

Dopo aver stabilito come approcciarsi al compito e aver fissato un obiettivo, risulta fondamentale pianificare ad hoc l’attività di studio.

Questa fase risulta essere prioritaria per lo studente: dovrà delineare un “piano d’azione”.

Dovrà quindi capire:

  • Quando studiare;
  • Quanto studiare;
  • Come studiare.

Ogni compito richiede una diversa pianificazione, a seconda della materia, del livello di difficoltà, dagli impegni extrascolastici, ecc…

Pianificare correttamente il lavoro significa riuscire bene spendendo la giusta quantità di energie per studiare, utilizzando un metodo di studio efficace e progettare i tempi di studio per constatare che nel pomeriggio si riescono a conciliare doveri e piaceri.

Come già descritto nei precedenti articoli, distribuire il carico di lavoro in modo omogeneo porta un grande vantaggio nella quotidianità dello studente in termini di benessere emotivo e soddisfazione personale.

Capire come si studia e avere le idee chiare su come si studia serve quindi non solo sul piano dei risultati scolastici ma ha un marcato impatto sul benessere psicologico di studente e famiglia.

Pianificare permette inoltre di non ritrovarsi il giorno precedente alla verifica con l’intero capitolo da studiare, ma potersi creare anche degli spazi dedicati ad altre attività.

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COME STUDIARE BENE: FASE 3 – STRATEGIE E METODI DI STUDIO

Come si studia? Mettendo in atto le corrette strategie!

Dopo aver definito il compito, determinato l’obiettivo finale ed organizzato un piano d’azione per l’attività di studio, lo studente dovrà iniziare a “studiare davvero”.

L’attività di studio, sostanzialmente, prevede la rielaborazione delle informazioni (che si trovano sui libri di testo o sugli altri materiali assegnati dall’insegnante) e il loro immagazzinamento nella memoria.

Per fare ciò in maniera ottimale, ognuno di noi utilizza delle strategie più o meno efficaci.

Nell’attività di studio, infatti, alcuni utilizzano degli schemi, altri ripetono a voce alta, altri utilizzano dei riassunti.

Tuttavia, come abbiamo visto negli articoli precedenti, un metodo di studio efficace prevede delle strategie di rielaborazione che siano le più efficienti in funzione dei contenuti che dobbiamo apprendere e del nostro stile cognitivo.

Nel caso di Sonia, abbiamo visto come le sue strategie non le permettevano di essere efficace nello studio e, soprattutto, come non fossero adeguate a lei.

Lei leggeva e ripeteva, leggeva e ripeteva, leggeva e ripeteva… per poi, alla fine del capitolo, non ricordare più cosa avesse studiato nelle prime parti.

Sonia stava utilizzando delle strategie non corrette, che non le permettevano di trasferire ciò che lei stava studiando nella sua memoria.

Obiettivo delle strategie, infatti, è quello di riorganizzare il materiale e, soprattutto, di renderlo più facilmente recuperabile dalla memoria.

Alcune tra le strategie più efficaci ed utilizzate sono:

  • Sottolineare: è una strategia usata molto di frequente che consiste nella selezione delle parti ritenute più importanti. Nonostante sia molto utilizzata e venga proposta da quasi tutti gli insegnanti, la sottolineatura non è sempre contemplata tra le strategie per uno studio efficace. Selezionare le informazioni tramite sottolineatura permette di focalizzarsi sugli aspetti principali del testo ed aiuta la memorizzazione: si ricorda di più quello che è stato sottolineato, rispetto a quello che non lo è stato.
  • Sintetizzare: questa strategia consiste nel creare un sunto del testo che si vuole studiare, selezionando le parti principali e ponendo enfasi su di esse. Sintetizzare permette anche di riorganizzare le informazioni e dare loro un significato personale. Questa strategia, oltre che a rendere lo studio più efficace, permette una maggiore comprensione del testo.
  • Schematizzare: questa strategia prevede che il testo venga rielaborato e reso più saliente sul piano visivo e spaziale, inserendolo in rappresentazioni grafiche e schematiche. Costruire uno schema o una mappa permette di collegare informazioni simili o interconnesse tra loro e di selezionare gli argomenti principali e inserire, in maniera gerarchica, anche le altre informazioni.
  • Mnemotecniche: queste strategie, di vario tipo, permettono di immagazzinare in modo efficace quanto si deve studiare. I contenuti da memorizzare vengono fissati in memoria costruendo delle associazioni e dei collegamenti tra queste informazioni e quelle già presenti nella nostra memoria.

Queste sono solamente alcune delle strategie che possono essere messe in atto durante l’attività di studio.

Come già descritto nei precedenti articoli, il metodo di studio personale dipende dalle peculiarità che ognuno di noi possiede a livello cognitivo.

L’utilizzo di determinate strategie piuttosto che altre, allo stesso tempo, dipende dallo stile cognitivo individuale e dal modo in cui ognuno di noi elabora le informazioni.

COME STUDIARE BENE: FASE 4 – ADATTAMENTO METACOGNITIVO

Questa fase non è, come le altre, determinata ad una singola azione: possiamo definirla come un aspetto generale del come si studia al meglio e in maniera efficace.

Arrivato a questo punto lo studente deve prendere in considerazione più aspetti generali a livello metacognitivo (di riflessione e conseguente gestione generale delle varie capacità personali usate nello studio):

  • Il livello di impegno e risorse che andrà a distribuire nelle varie attività;
  • L’efficacia delle sue azioni e delle sue scelte;
  • Le sue capacità generali di studio e di pianificazione del lavoro.

In altre parole, in questa fase lo studente dovrà coordinare tutte le attività previste dalle fasi precedenti.

La metacognizione, infatti, viene vista come un grande contenitore in cui vengono raccolte tutte le abilità cognitive della persona, con lo scopo di coordinarle, guidarle e indurre alla riflessione.

Ciò che lo studente dovrà fare è adattare tutte le sue conoscenze, competenze e caratteristiche personali al compito, analizzandolo e scegliendo tra le giuste strategie da adottare.

Semplificando, si potrebbe dire che in questa fase lo studente debba “ragionare” su come procedere, andando a selezionare dal contenitore le giuste strategie e conoscenze per affrontare l’attività di studio.

Alla base di un buon adattamento metacognitivo c’è la conoscenza che per alcuni compiti è più opportuno scegliere alcune strategie, che per altri compiti non sarebbero efficaci: capire come studiare bene implica quindi comprendere come usare le proprie capacità in maniera flessibile.

Ad esempio, se l’insegnante di Italiano assegna come compito “Impara a memoria la poesia”, lo studente dovrà ragionare sul suo obiettivo, sul tipo di compito, e scegliere la giusta strategia.

Inoltre, sarà opportuno considerare la migliore strategie di distribuzione delle sessioni di studio e del carico di lavoro che permetta un apprendimento ottimale.

In questo caso non risulterebbe, infatti, efficace creare ed utilizzare uno schema, mentre l’utilizzo di una mnemotecnica potrebbe essere la soluzione ideale.

Riflettere e ragionare su tutti questi aspetti porta lo studente ad allenare la sua capacità di autovalutazione, scoprendo i suoi eventuali punti deboli.

Ad esempio, potrebbe rendersi conto di non possedere alcune strategie necessarie per lo studio di quel determinato compito, oppure di non possedere molte alternative al metodo utilizzato fino a quel momento.

La riflessione personale e l’autovalutazione risultano utili anche per modificare il proprio “orientamento di riuscita”: è in questa fase che, ad esempio, da un obiettivo di prestazione si può passare ad un obiettivo di padronanza o alzare i propri standard personali.

COME STUDIARE BENE: CONCLUSIONI

L’analisi di ogni fase dello studio è utile per comprendere come, a parità di abilità cognitive, diverse persone ottengano risultati diversi.

Incrementare le abilità in ognuna di queste fasi può portare a migliorare le capacità di ogni studente a raggiungere più facilmente risultati positivi.

Avere una lacuna in uno o più di queste fasi, alla lunga, porta a fallimenti e delusioni che possono minare la motivazione allo studio di ogni studente.

Nei prossimi video e articoli approfondiremo l’ultimo fattore che può determinare un problema di difficoltà scolastiche: i fattori emotivi.

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Dott.ssa Anna Bonaldo

PSICOLOGA CLINICA