Dolore al petto sinistro ansia: quando la paura colpisce il cuore
Dolore al petto sinistro, ansia o problema cardiaco? «Ogni volta che sento una fitta al petto, il pensiero va subito lì : al cuore. E se fosse un infarto? E se stavolta fosse davvero qualcosa di grave?».
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Questa è una delle frasi più frequenti riportate da persone che sperimentano sintomi ansiosi legati a sensazioni corporee intense.
Il dolore al petto sinistro, in particolare, genera una reazione emotiva potente, spesso connotata da una forte attivazione e in casi estremi angoscia, manifestata con la costante preoccupazione che possa accadere qualcosa.
Questo articolo nasce con l’obiettivo di esplorare il rapporto tra dolore al petto sinistro — ansia, cercando di distinguere le cause fisiologiche da quelle psicologiche. Quando il corpo lancia un segnale come questo, il pensiero corre subito al cuore. Ma è davvero sempre un campanello d’allarme fisico, o può essere un’espressione del disagio emotivo?
Dolore al petto sinistro, ansia: tra paura e interpretazioni
Dolore al petto sinistro — ansia: il lato sinistro del petto ha un valore simbolico e biologico che lo rende particolarmente sensibile alla nostra attenzione. È lì che si trova il cuore, ed è per questo che spesso un fastidio percepito in quella zona viene immediatamente percepito come un potenziale pericolo di vita.
L’ansia, con la sua forza suggestiva, tende ad alterare questa percezione, trasformando anche una lieve contrazione muscolare in un sospetto di infarto.
Non è raro che una persona, dopo aver sperimentato un improvviso dolore toracico, si rechi al pronto soccorso, temendo il peggio. Una volta accertato che il cuore è sano, spesso si prova un immediato ma temporaneo sollievo. Tuttavia, spesso il pensiero torna a dare la caccia e la paura si ripresenta. In questo modo il corpo continua a inviare segnali disturbanti e inizia così un circolo vizioso: più ci si concentra sul sintomo, più lo si avverte, e più aumenta l’ansia che lo alimenta.
Questa spirale tra ansia e dolore al petto sinistro non è solo soggettiva: coinvolge il sistema nervoso autonomo, che attiva risposte fisiche intense come tachicardia, aumento della pressione toracica, difficoltà respiratoria. È opportuno sottolineare che in assenza di una patologia cardiaca, queste sensazioni non sono pericolose, ma possono risultare comunque invalidanti.
Ansia e sintomi fisici: quando l’emozione prende forma corporea
L’ansia, più che una semplice reazione emotiva, è un’esperienza che coinvolge in modo profondo anche il corpo. La sua manifestazione fisica è così evidente che, spesso, è proprio attraverso il corpo che essa si rende visibile. Tra i legami più frequenti troviamo quello tra il dolore al petto sinistro e ansia, una sensazione che, per la sua localizzazione, suscita spesso allarme e timore, evocando scenari cardiaci catastrofici.
In molti casi questo dolore non ha nulla a che vedere con patologie cardiache, ma rappresenta l’effetto di una tensione emotiva che ha trovato sfogo nel corpo.
Quando percepiamo un pericolo – reale o immaginato – il corpo reagisce attraverso una serie di risposte automatiche: il cuore accelera, i muscoli si irrigidiscono, la respirazione si modifica. È il cosiddetto stato di attivazione simpaticotonica, una risposta evolutiva che ci prepara ad affrontare una minaccia.
Tuttavia, in assenza di un pericolo concreto, questa attivazione può diventare disfunzionale: il corpo resta in allerta, e le sue reazioni vengono percepite come inspiegabili, improvvise, pericolose.
Nel fenomeno della somatizzazione, le emozioni non elaborate si traducono in segnali fisici. Il dolore al petto sinistro può così diventare la somma di fattori fisiologici (come tensione muscolare o alterazioni nella respirazione) e interpretazioni psicologiche che lo rendono minaccioso.
La persona può non essere del tutto consapevole dell’ansia sottostante e, al contrario, convinta che il sintomo sia il primo segnale di un evento grave imminente. Questo rende la percezione ancora più intensa e difficile da gestire, da cui il legame dolore al petto sinistro, ansia e in casi estremi possono culminare col panico.
Un elemento chiave in questo processo è la componente cognitiva. Studi come quelli di David Clark (1986) hanno mostrato come l’attenzione selettiva alle sensazioni corporee e la loro interpretazione in termini catastrofici (“sto per avere un infarto”, “qualcosa non va nel mio cuore”) alimentino un circolo vizioso in cui l’ansia genera sintomi e i sintomi rafforzano l’ansia.
Questo meccanismo poi si autoalimenta nel tempo, rendendo difficile distinguere tra un normale stato emotivo e una condizione medica.
Interrompere questo ciclo richiede consapevolezza!
Comprendere che il corpo può esprimere emozioni represse e che non ogni sensazione è un allarme è il primo passo per recuperare un senso di padronanza su di sé. Non si tratta di ignorare il corpo, ma di ascoltarlo in modo più equilibrato, riconoscendo che a volte è la percezione ansiogena ad alterare un sintomo fisico.
Trattamento: dalla mente al corpo per sganciare il dolore al petto sinistro dall’ansia
1 Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT)
La CBT è tra le terapie di elezione per affrontare l’ansia somatica.
Le tecniche principali includono:
- Ristrutturazione cognitiva: serve a identificare e modificare i pensieri catastrofici legati al dolore toracico, sostituendoli con interpretazioni più realistiche.
- Esposizione interocettiva: consiste nel far sperimentare in modo guidato e controllato le sensazioni corporee temute, al fine di ridurne l’effetto disturbante e il disagio emotivo associato.
- Psicoeducazione: fondamentale per spiegare come mente e corpo interagiscono nei disturbi d’ansia, riducendo l’allarme e aumentando la consapevolezza del funzionamento dei meccanismi che caratterizzano il proprio problema.
2 Interventi di rilassamento e regolazione emotiva
- Rilassamento muscolare progressivo e respirazione diaframmatica aiutano a ridurre l’attivazione fisiologica.
- La mindfulness, attraverso l’osservazione non giudicante delle sensazioni corporee, favorisce una maggiore tolleranza alla paura e all’
3 Farmacoterapia
Gli SSRI o SNRI (antidepressivi di nuova generazione) sono spesso utilizzati nei casi di ansia cronica, con ottimi risultati sulla componente somatica.
In casi selezionati si possono affiancare ansiolitici, da utilizzare però con cautela per evitare dipendenze o sviluppo di tolleranza.
Alcuni pazienti traggono beneficio da betabloccanti o stabilizzatori dell’umore, da associare agli SSRI o SNRI di base in casi di forte attivazione fisiologica resistente alle strategie di intervento sopra descritte.
La farmacoterapia, in ogni caso, andrebbe sempre affiancata a un percorso psicoterapico per favorire un cambiamento profondo e duraturo.
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Caso clinico esemplificativo
Si riporta l’esempio clinico di una persona che mostra chiaramente il legame tra dolore al petto sinistro e ansia. Il soggetto in questione si presenta in studio con una storia di sei mesi di fitte al petto sinistro, spesso accompagnate da vertigini, sudorazione e un senso imminente di pericolo. Dopo diversi accessi in pronto soccorso e numerose visite cardiologiche – tutte con esito negativo – continua a vivere con la paura di avere una malattia cardiaca non diagnosticata, e di poter fare un arresto cardiaco da un momento all’altro. La sua giornata è scandita da controlli costanti, pensieri ossessivi e comportamenti di evitamento.
Durante il percorso, emergono chiaramente gli schemi di pensiero disfunzionale che alimentano il problema. Inizia un lavoro sistematico sulla sua paura della malattia, guidato nel cambiamento della percezione alle sensazioni toraciche, e si lavora sui pensieri e giudizi disfunzionali delle sensazioni fisiche che mantengono la sua ansia attiva. Con il tempo, la persona comincia a notare un cambiamento: le sensazioni fisiche non spariscono, ma diventano sempre meno minacciose. La sua qualità di vita migliora, e riesce a riprendere attività prima evitate, come lo sport e le uscite fuori porta.
Questo caso rappresenta un esempio di come, con il giusto approccio, sia possibile spezzare la catena che lega il corpo all’ansia, recuperando un senso di controllo e libertà.
Conclusione – Rapporto tra Dolore al petto sinistro e ansia – Considerazioni finali
Il legame e l’interazione tra dolore al petto sinistro e ansia non è sempre un sintomo di una patologia cardiaca: in moltissimi casi, si tratta della manifestazione somatica ansiogena, che utilizza il corpo per esprimere paure profonde e spesso inconsapevoli.
Riconoscere questo legame può fare la differenza tra una vita segnata dalla preoccupazione e un percorso di consapevolezza e miglioramento del problema.
Grazie a un percorso di psicoterapia, alla regolazione emotiva e, quando necessario, al supporto farmacologico, è possibile interrompere il ciclo della paura e ritrovare serenità. Ascoltare il proprio corpo, ma farlo con equilibrio e senza panico, è il primo passo verso una salute mentale e fisica più integra.
Dott Lorenzo Ghion
Psicologo referente problematiche ossessive
Studio Sofisma
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