Ansia, Ossessioni e Ansia Ossessiva: il Profondo Legame tra Pensieri Ossessivi e Ansia

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L’ansia è una presenza costante nella vita di molte persone, ma quando ansia e ossessioni si manifestano connessi tra loro, può diventare un problema emotivo importante.

In questo articolo, esploreremo il delicato equilibrio tra ansia e ossessioni, svelando il meccanismo chiave che le collega.

Inoltre, l’articolo fornirà un approfondimento sui sintomi distintivi della relazione tra il disturbo ossessivo compulsivo e l’ansia.

Infine, saranno esaminati approcci terapeutici efficaci per questo tipo di problematiche, con l’obiettivo di offrire un quadro informativo e pratico per chiunque si trovi a fronteggiare questa complessa intersezione di ansia e pensieri ossessivi.

Ansia e Ossessioni: da molti vissuta e definita informalmente come “Ansia Ossessiva”

Per comprendere appieno il legame tra ansia e pensieri ossessivi, è essenziale delineare chiaramente cosa s’intenda per “ansia” e per “ossessioni”.

L’ansia è una risposta naturale dell’uomo a situazioni di minaccia o pericolo, ma quando diventa eccessiva e persistente, può sfociare nello sviluppo di un disturbo d’ansia.

Le ossessioni, d’altra parte, sono pensieri ricorrenti, indesiderati e intrusivi che provocano ansia, che possono purtroppo spesso andare a generare un “disturbo ossessivo compulsivo” (DOC).

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) e i disturbi d’ansia rappresentano entità distinte nel panorama delle condizioni di salute mentale e relative categorie diagnostiche, ciascuna caratterizzata da sintomi specifici.

Tuttavia, emerge una connessione intricata quando si considera la possibilità che un individuo possa soffrire contemporaneamente di problematiche clinicamente rilevanti che riguardano come sintomi centrali ansia e pensieri ossessivi, condizione descritta come “ansia ossessiva” da molti pazienti.

Un’analisi del 2022 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK470361/ ) sull’ansia la definisce come uno stato d’animo “orientato al futuro”, indicando che coloro con disturbi d’ansia tendono a prepararsi psicologicamente per eventi futuri che percepiscono come potenziali minacce.

Mentre le persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo possono sperimentare una profonda paura legata a specifiche situazioni o oggetti che generano pensieri ossessivi/intrusivi i quali a loro volta mantengono e alimentano vissuti di forte ansia.

La risposta a tali pensieri intrusivi ricorrenti si manifesta attraverso l’esecuzione rituale di azioni come lavarsi le mani oppure controllare o ordinare oggetti, un comportamento che diventa un elemento centrale nella vita quotidiana di chi vive una quotidianità caratterizzata dalla presenza del disturbo ossessivo-compulsivo.

Contrariamente, chi affronta disturbi d’ansia generalmente non sente la necessità di adottare tali rituali compulsivi e non riporta la presenza di pensieri ossessivi che alimentano tali rituali.

L’origine della connessione tra ansia e pensieri ossessivi

È importante sottolineare che lo stress e l’ansia possono agire come “catalizzatori”, esacerbando i sintomi del disturbo ossessivo compulsivo e creando un terreno fertile per l’intreccio di tali disagi emotivi, ovvero ansia e pensieri ossessivi che abbiamo chiamato “ansia ossessiva”.

Nonostante il disturbo ossessivo compulsivo non rientri nella categoria dei disturbi d’ansia, è cruciale riconoscere che le persone che soffrono d’ansia sperimentano pensieri negativi e intrusivi in modo regolare, sintomi che possono innescare un circolo vizioso di ansia e ossessioni che può generare disagio clinicamente rilevante e ostacolare il loro funzionamento sociale o lavorativo.

Nonostante le distinzioni tra queste condizioni di salute mentale, il disturbo ossessivo compulsivo e l’ansia possono intersecarsi e alimentarsi vicendevolmente sia nelle cause che nelle modalità di trattamento.

Quando le ossessioni si legano all’ansia, si crea un circolo vizioso che si autoalimenta e rafforza il meccanismo disfunzionale sottostante a quello che i pazienti chiamano “Ansia ossessiva”.

Il Circolo Vizioso tra Ansia e Ossessioni

Il cuore del legame tra ansia e pensieri ossessivi è un circolo vizioso che inizia con l’insorgere di pensieri ossessivi. Questi pensieri scatenano una reazione di ansia nel tentativo del cervello di affrontare le minacce percepite.

In risposta all’ansia ossessiva, la persona mette in atto dei comportamenti che mirano a ridurre quel pensiero ossessivo e il disagio ad esso correlato, le cosiddette “compulsioni”: la momentanea riduzione dell’ansia e il relativo sollievo crea così un ciclo che si autoalimenta per rinforzo negativo (condizionamento operante).

Ad esempio, immaginiamo una persona che ha ossessioni riguardo alla pulizia e al perfezionismo.

Questi pensieri ossessivi aumentano l’ansia per qualsiasi potenziale contaminazione, e spingono la persona a compiere azioni compulsive per ridurre l’ansia, come il lavaggio delle mani frequente o la pulizia eccessiva.

A questo punto le azioni compulsive di pulizia offrono un sollievo temporaneo dall’ansia ma poiché le ossessioni torneranno poco dopo, anche l’ansia tornerà, e col ripetersi nel tempo del processo avrà un’intensità mano a mano sempre più elevata.

Più l’ansia aumenta, più forti saranno i pensieri ossessivi e più forte la spinta a mettere in atto comportamenti compulsivi, chiudendo così il circolo vizioso dell’ansia ossessiva che può sfociare purtroppo nel disturbo ossessivo compulsivo.

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Il Ruolo del Controllo e della Paura nel Mantenere l’Ansia e le Ossessioni

Un elemento chiave in questo meccanismo è il desiderio di controllo.

Le persone che sperimentano ossessioni spesso cercano di controllare i loro pensieri o l’ambiente circostante come un modo per ridurre l’ansia. Tuttavia, questo controllo diventa illusorio, poiché le ossessioni sono intrinsecamente fuori dal controllo diretto e cosciente che la persona pretende nel momento in cui i sintomi di manifestano.

La paura è un’altra componente fondamentale.

Le ossessioni alimentano la paura di reali e tangibili conseguenze negative, spingendo l’individuo a compiere azioni compulsive nella speranza di evitare tali conseguenze.

Questa paura rafforza il legame tra ansia e pensieri ossessivi, mantenendo viva la spirale negativa.

Strategie per Rompere il Ciclo Ansia-Ossessioni e i meccanismi sottostanti all’ansia ossessiva

Affrontare il legame tra ansia e pensieri ossessivi richiede un approccio olistico.

Le strategie terapeutiche e di gestione di stress, ansia, tensione emotiva e pensieri negativi possono giocare un ruolo cruciale nel rompere il ciclo dell’ansia ossessiva sopra citato.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente efficace, aiutando le persone a identificare e modificare i modelli di pensiero disfunzionali associati alle ossessioni.

Tale terapia, infatti, è l’approccio di intervento che viene indicato dalla letteratura scientifica di questo ambito della salute mentale.

L’allenamento alla consapevolezza è un altro strumento prezioso: tale approccio di lavoro è caratteristico soprattutto della “terza onda” di terapie cognitivo comportamentali come, ad esempio, l’Acceptance and Committment Therapy che eroghiamo nel nostro studio.

Imparare a osservare i propri pensieri senza giudicarli può ridurre l’ansia associata alle ossessioni, interrompendo così il ciclo negativo dell’ansia ossessiva.

Inoltre, la pratica regolare di strategie per la gestione dello stress, che offriamo quotidianamente ai nostri pazienti in Studio Sofisma, può contribuire a ridurre l’ansia generale e il relativo impatto dell’interazione tra ansia e pensieri ossessivi.

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Trattamento per il Disturbo Ossessivo Compulsivo

La International DOC Foundation ( https://iocdf.org/about-ocd/treatment/ ) sottolinea l’efficacia della Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) e di alcuni interventi psicofarmacologici come i trattamenti primari e di prima scelta per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).

La Terapia di esposizione e prevenzione della risposta (ERP), una strategia di intervento specifica della CBT, è identificata come il trattamento di prima linea, come secondo, ad esempio, una ricerca del 2019 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6343408/). Fino al 50% delle persone sottoposte a ERP, singolarmente o in combinazione con farmaci, sperimentano un significativo miglioramento dei sintomi, sebbene non sia universalmente efficace.

Alcune caratteristiche principali della Terapia di Esposizione e Prevenzione della risposta (ERP):

  • Coinvolge una collaborazione attiva tra il paziente e lo psicoterapeuta cognitivo comportamentale che la eroga;
  • Comprende la discussione aperta per la pragmatica gestione delle compulsioni, delle paure e dell’ansia associate;
  • Comprende come elemento fondamentale l’esposizione graduale alle situazioni (da meno a più) angoscianti è un elemento fondamentale.
  • L’affrontare queste situazioni, sia in contesti reali che immaginati, costituisce una parte integrante del processo.
  • L’obiettivo principale è insegnare e fare sperimentare gradualmente al paziente che affrontare le situazioni temute senza ricorrere a comportamenti compulsivi non comporterà le temute conseguenze negative;
  • Per favorire l’efficacia della procedura risulta efficace affiancarvi strategie di terapia cognitivo comportamentale per la gestione di pensieri intrusivi, ansia, tensione emotiva e stress.

Altre opzioni di trattamento per il DOC includono:

In collaborazione con un professionista della salute mentale, il paziente può esplorare quale combinazione di trattamenti sia più adatta alle sue esigenze individuali e caratteristiche peculiari sia dei sintomi che della propria persona nel suo complesso.

Gestire l’Ansia Ossessiva e Svelare il Legame Profondo tra Ansia e Pensieri ossessivi

In conclusione, ciò che i pazienti chiamano informalmente “Ansia Ossessiva” e il legame tra ansia e ossessioni sono un intricato intreccio di pensieri (intrusivi), emozioni (reazioni di ansia) e comportamenti disfunzionali (compulsivi di controllo ed evitamento).

Comprendere il meccanismo chiave di questo legame è il primo passo per affrontare in modo efficace queste sintomatologie: ansia ossessiva, pensieri intrusivi e comportamenti compulsivi.

La terapia cognitivo comportamentale tramite Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) e tecniche cognitive di gestione dei pensieri ossessivi, insieme a strategie di gestione dello stress, può offrire un percorso di chiara e dimostrata efficacia verso la liberazione da questo ciclo negativo, consentendo alle persone di recuperare il proprio benessere emotivo e la propria qualità di vita.

Sia che tu stia affrontando personalmente questi disturbi o stia cercando informazioni per aiutare persone a te care, la consapevolezza del legame tra ansia e ossessioni è fondamentale per impostare un intervento efficace che possa promuovere salute mentale e benessere emotivo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFIA

  • American Psychiatric Association. “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th ed. Text Revision (DSM-5-TR).” Washington, DC, American Psychiatric Association, 2022. – Questo manuale fornisce i criteri clinici per la diagnosi del disturbo ossessivo-compulsivo e discute la sua relazione con i disturbi d’ansia. Associazione Psichiatrica Americana
  • Meldolesi, Giulio Nicolò. “Panico, ossessioni e fobie: psicobiologia dell’ansia.” Franco Angeli, 2011. IBS – Questo libro studia le basi neuro-psicobiologiche della paura e dell’ansia, offrendo un’analisi dettagliata del processo che si verifica tra due persone quando provano paura o ansia, con numerosi esempi tratti dalla vita quotidiana e dalla pratica clinica.
  • Pallanti, S., Grassi, G., Sarrecchia, E. D., et al. “Obsessive-compulsive disorder comorbidity: Clinical assessment and therapeutic implications.” Front Psychiatry 21;2:70, 2011. doi: 10.3389/fpsyt.2011.00070 – Un articolo scientifico che discute la comorbilità del disturbo ossessivo-compulsivo con altre condizioni, inclusi i disturbi d’ansia. PubMed

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Dott. Alberto Cocco

PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

COGNITIVO COMPORTAMENTALE

RESPONSABILE SERVIZI STUDIO SOFISMA

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