Mio figlio non parla! Come si può intervenire?
Perché mio figlio non parla?
Perché mio figlio a 3 anni non parla ancora?
Perché mio figlio ha iniziato a parlare a 4 anni?
Queste sono tutte domande che preoccupano molto i genitori di figli piccoli, tuttavia non sono ancora molto diffuse indicazioni chiare su come muoversi.
LATE TALKER: CHI SONO?
I primi passi e le prime parole sono tappe fondamentali nello sviluppo di un bambino.
A volte capita che le prime parole tardino ad arrivare o che il linguaggio fatichi a migliorare nel tempo.
Quando il bambino supera i 24 mesi e presenta un vocabolario di meno di 50 parole viene definito un late talker (parlatore tardivo).
In passato queste situazioni venivano sottovalutate da genitori e pediatri e si adottava un approccio passivo chiamato “WAIT AND SEE”, che tradotto significa semplicemente aspetta e vedrai.
Il bambino veniva semplicemente mantenuto monitorato nel suo sviluppo ma non si implementava nessun tipo di intervento attivo.
Nel tempo la ricerca ha dimostrato che, se per questi bambini che parlano tardi, si trascura il problema, spesse volte l’esito può essere lo sviluppo di un Disturbo Specifico del Linguaggio – DSL.
Inoltre, anche se non emerge un DSL, lo sviluppo non armonico può predisporre a qualche altro Disturbo Specifico dell’Apprendimento più avanti negli anni del percorso scolastico del bambino.
L’IMPORTANZA DELL’INTERVENTO PRECOCE
Per chi si ritrova a constatare il fatto che il proprio figlio non parla risulta quindi caldamente indicato attivare delle risorse al fine di risolvere il problema.
Il consiglio quindi è quello di impostare un percorso specifico di intervento precoce.
A queste età il bambino può essere ancora piccolo per usufruire appieno di un intervento logopedico ambulatoriale.
Per questo motivo la letteratura scientifica consiglia di intervenire sull’interazione comunicativa tra genitore e bambino al fine di stimolare al meglio lo sviluppo del linguaggio.
MIO FIGLIO NON PARLA – COME APPROFONDIRE IL QUADRO
In casi simili noi di Studio Sofisma valutiamo il caso raccogliendo informazioni su più fronti.
La valutazione comprende il colloquio con i genitori e delle osservazioni a domicilio.
In questo modo riusciamo analizzare il problema in maniera più accurata direttamente nel contesto in cui si manifesta.
La situazione viene valutata attentamente al fine di escludere altri problemi che possono manifestarsi con difficoltà di linguaggio (es. autismo, sordità, …).
Inoltre viene valutato in dettaglio il livello di difficoltà di linguaggio al fine di calibrare le attività di potenziamento che verranno proposte (Es. : numero di parole, difficoltà ad articolare, mancanza di alcuni suoni in produzione, …).
IL CONCETTO DI ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE
Questi interventi si basano sul concetto di zona di sviluppo prossimale e per questo motivo è necessario valutare in dettaglio il livello di partenza.
Per zona di sviluppo prossimale si intende che la richiesta fatta al bambino deve essere ad un livello di difficoltà tale da stimolare al massimo il bambino senza però che vada in frustrazione.
MIO FIGLIO NON PARLA – COME INTERVENIRE ATTIVAMENTE
Successivamente insegniamo al genitore delle strategie con cui, interagendo col bambino, può migliorare la frequenza e la qualità delle interazioni verbali.
Insegniamo ai genitori a modellare il linguaggio del loro figlio tramite sia giochi e situazioni strutturate a casa, sia secondo un approccio più naturalistico.
Per approccio naturalistico intendiamo trasformare le situazioni della quotidianità in un corretto stimolo per il linguaggio.
Insegniamo al genitore ad avere un atteggiamento e una modalità ottimali nell’interagire verbalmente con suo figlio.
In questo modo si trasforma ogni momento della quotidianità in un’opportunità di miglioramento.
A prescindere dalle difficoltà di tuo figlio ti insegneremo delle tecniche per stimolare al meglio il suo linguaggio in modo da tirare fuori il massimo possibile del suo potenziale.
Trasformeremo insieme l’ambiente in una vera e propria palestra per allenare il linguaggio di tuo figlio.
MIO FIGLIO NON PARLA – CHIARE INDICAZIONI SU COSA FARE
Verranno date precise indicazioni su come impostare il lavoro a casa sulla base delle informazioni raccolte in fase di valutazione:
- Che attività fare e come impostarle;
- Cosa chiedere al proprio figlio e come chiederlo;
- Come motivarlo alle attività usando rinforzi ed incentivi (tecniche di gestione delle contingenze);
- Come generalizzare alla quotidianità e a più contesti il miglioramento nel linguaggio acquisito nelle sessioni di attività più strutturate.
Inoltre, se dopo il primo periodo di lavoro servisse un ulteriore potenziamento andremo a coinvolgere il lavoro di una logopedista nell’intervento.
Il bambino nelle sessioni impostate con te si sarà abituato ad un lavoro più strutturato e quindi potrà fruire al meglio dell’intervento ambulatoriale della specialista del linguaggio.
IL LINGUAGGIO COME ABILITÀ DA ALLENARE
Il linguaggio, come molte altre, è un’abilità che per migliorare necessita degli stimoli giusti e di molto allenamento!
Il nostro intervento si basa proprio su questo assunto: quando lo specialista pone le basi del cambiamento, allora bisogna fare in modo che tutto il contesto dia gli stimoli giusti per fare in modo che l’abilità da migliorare venga allenata il più possibile.
Più il bambino è piccolo e più è precoce l’intervento, più intervenire diventa un fondamentale investimento per il futuro di tuo figlio.
Se uno degli interrogativi che più ti preoccupano è “Perché mio figlio non parla” non esitare, ora sai che la cosa da fare è intervenire attivamente!
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Dott. Alberto Cocco
PSICOLOGO CLINICO